Pesci acquario dolce

Betta splendens. Allevamento

Betta splendens
Betta splendens

Insieme al pesce rosso il Betta splendens condivide sicuramente il titolo di pesce più bistrattato in campo acquariofilo.
La sua splendida livrea e le sue bellissime pinne, oltre al suo carattere che lo rendono un solitario, fanno sì, infatti, che molte persone che vogliono un acquario in casa, ma non ne vogliono/possono avere uno grande, optino per questo pesce, mettendolo poi nelle cosiddette “bettiere”, acquari che spesso sono mostruosamente sottomisura.

Il Betta splendens, o pesce combattente, non è un grande nuotatore e quindi apparentemente, sembrerebbe poter vivere tranquillamente in spazi ridottissimi, ma in realtà non è così. Andrebbe infatti considerato il concetto di sopravvivenza e di benessere dei pesci in vasca, ma non è questa la sede per farlo.

Descrizione

Prima di analizzare brevemente gli accorgimenti per l’allevamento del Betta splendens ricordiamo un po’ le caratteristiche di questo pesce.
Il Betta splendens, classificato da Regan nel 1910, è originario della Thailandia e nelle sue varietà naturali non è dotato di grandi pinne come gli esemplari che siamo abituati a vedere in commercio. Il suo habitat naturale sono le risaie, con acque quasi ferme e spesso poco ossigenate, ma molto ricche di vegetazione. La notorietà di questo pesce deriva dal fatto che nei suoi luoghi di origine è il protagonista di combattimenti tra pesci con un fiorente giro di scommesse.

Betta splendens
Betta splendens


Proprio per rifornire il mondo dei combattimenti e delle scommesse si è cominciato sin da tempi remoti ad allevare i Betta selezionando inizialmente varietà sempre più aggressive ed adatte alla lotta. Ora invece, con la possibilità di commerciare in tutto il mondo gli esemplari più belli di questo anabantide, molti allevamenti si dedicano alla selezione di varietà con pinne sempre più colorate e spettacolari.

Il corpo di questo splendido pesce, lungo circa 7 cm (coda esclusa) è sottile ed allungato, leggermente compresso sui lati, con pinne e coda impari molto sviluppate. La femmina è solitamente meno colorata del maschio ed ha pinne meno sviluppate.

Le pinne sono la caratteristica principale del Betta splendens e, a seconda delle varietà cui appartiene il nostro beniamino, andranno o meno a circondare quasi tutto il suo corpo formando una corona più o meno compatta o sfrangiata.

La vasca del Betta splendens

Allevare il Betta splendens non presenta particolari difficoltà, basterà, come al solito, seguire alcuni accorgimenti ed evitare di cadere in pericolosi luoghi comuni, deleteri per la salute di qualsiasi pesce.


Innanzitutto non è vero che il Betta Splendens può tranquillamente vivere in un bicchiere. Vero è che negli allevamenti asiatici le condizioni di vita di questi pesci sono spesso tremende, altrettanto vero è che durante il viaggio vengono impacchettati in piccole bustine, ma non è possibile pensare che ormai sono abituati così e che quindi anche nelle nostre case possono stare in pochi litri.

A parte il fatto che persino molti regolamenti comunali indicano nella misura di 30 litri il litraggio minimo di un acquario dedicato ai pesci, sarebbe opportuno considerare una vasca di una quarantina di litri come il minimo sindacale per poter ospitare questo pesce da solo, mentre ci vorranno vasche più grandi se vogliamo dargli dei compagni.

Compagni di vasca

In vasche di misure adeguate sarà anche possibile inserirlo con dei coinquilini, a patto che questi ultimi siano pesci tranquilli e non invadenti, come per esempio delle Rasbore. Andranno invece assolutamente evitati i pesci che hanno il “vizietto” di attaccare le pinne dei compagni di vasca, come per esempio i Barbus. Da evitare anche altri pesci con pinne pronunciate ( come i Trichogaster o i Guppy )che potrebbero essere confusi per rivali dal Betta. Ciò potrebbe provocare attacchi da parte di quest’ultimo.

Valori dell’acqua

L’acqua dovrà essere leggermente acida (Ph 6,5-7). Preferibilmente non molto dura (anche se tollera acque fino a 20 dKh) con temperature tra i 23° e i 30°. L’ideale sarebbero circa 25°, a temperature inferiori, infatti, l’aspettativa di vita del Betta splendens, che di solito è sui tre anni, si riduce notevolmente.

Arredi ed allestimento

La vasca dev’essere preferibilmente ben piantumata, ma senza una luce eccessiva. Il movimento dell’acqua dev’essere lento, ma il filtraggio dev’essere comunque buono in modo di mantenere una elevata qualità dell’acqua. Una soluzione assai gradita dai Betta sarà quella di inserire piante galleggianti che vadano a schermare la luce diretta e diano un senso di confortevole protezione.

La vasca dev’essere chiusa: il Betta splendens è un ottimo saltatore e rischierebbe di finire fuori dall’acquario per cercare di acchiappare una preda. Inoltre, come tutti gli anabantidi ha bisogno che l’aria vicino alla superficie abbia una temperatura simile a quella della vasca per non rischiare pericolosi colpi di freddo.

Anche se è chiamato pesce combattente, questo non vuol dire che sia un pesce temerario. Nella sua vasca dovrebbero essere presenti nascondigli e ripari per farlo sentire perfettamente a suo agio. Inserire foglie di catappa o quercia sarebbe inoltre un’ottima idea. Oltre ad ambrare l’acqua rendendola ancora più idonea e gradita al Betta, esse, decomponendosi, andranno a rilasciare in acqua microorganismi che diverranno cibo vivo.
Rispettando questi semplici accorgimenti potremo ammirare i nostri Betta in tutto il loro splendore.

Alimentazione

Va detto innanzitutto che, ancor più che con altri pesci, bisogna stare attenti a non sovralimentare i Betta che si allevano in acquario. Questo pesce è infatti incline all’obesità.

Accetta cibo secco sia in granuli che in scaglie e anche cibo surgelato. Bisognerebbe garantire però anche l’apporto di cibo vivo come daphnie, artemie, chironomus o moscerini della frutta (Drosophila). Ho letto sul web di acquariofili che somministrano saltuariamente anche piccoli crostacei ed addirittura piccoli grilli o altri insetti.

Riproduzione del Betta splendens in acquario

Accoppiamento del Betta splendens.
Accoppiamento del Betta splendens.

Quanto detto sopra vale sicuramente in generale e per tenere un Betta come compagno e ospite in un acquario domestico. Tuttavia anche se solitamente si preferisce tenere un Betta splendens maschio da solo, volendo si potrebbe anche puntare alla riproduzione di questo splendido pesce e senza nemmeno troppe difficoltà.

Tale attività potrebbe esser fatta sia a livello “domestico” senza quindi alcuna velleità commerciale o di selezione della razza che a livello quasi “professionale”. In questa sede non mi dilungherò riguardo della seconda opzione. Mi limiterò ad offrire solo alcune “dritte” per chi volesse dare ai suoi Betta la gioia della riproduzione.

In una vasca domestica da almeno una sessantina di litri non serviranno particolari accorgimenti per far riprodurre il Betta splendens. Basterà inserire una coppia (o un trio) di questi pesci e dotare la vasca di luoghi adatti alla costruzione del nido. Allo scopo potrebbero andar bene dei pezzi di tubo, piante dalle foglie grandi ma anche galleggianti.

Sarà il maschio ad occuparsi della costruzione del nido di bolle impedendo alle femmine di avvicinarsi fin quando non riterrà di averlo finito per bene. Quando poi la femmina sarà pronta per la deposizione (lo capirete dallo scolorimento e dalla comparsa di bande laterali scure) comincerà l’accoppiamento, con i caratteristici “abbracci” tipici degli anabantidi.

Deposizione e schiusa

Le uova deposte verranno immediatamente fecondate dal maschio che provvederà a deporle personalmente nel nido di bolle. La femmina terrà le uova tra le pinne per farle fecondare e prelevare dal maschio e recupererà quelle cadute per portargliele.

Una volta terminato l’accoppiamento il maschio non permetterà alla femmina di avvicinarsi al nido. Provvederà lui alla vigilanza ed al riposizionamento delle uova che dovessero eventualmente distaccarsi.

La schiusa avverrà nell’arco di un giorno o due. Non sarà necessario allontanare i genitori dalle uova o dalla prole, perché tendenzialmente non le mangiano. Sarà invece fondamentale garantire che l’aria sopra la vasca abbia una temperatura costante perché i piccoli anabantidi sono molto delicati.

Gli avannotti andranno alimentati inizialmente con infusori. In seguito con naupli d’artemia o piccole daphnie. Bisognerà somministrare piccoli pasti più volte al giorno, stando però sempre attenti a non eccedere con il cibo.

Suggerimenti per l’allevamento

Accoppiamento e deposizione

Ecco ora alcune “dritte” per chi volesse cimentarsi con più dedizione all’allevamento dei Betta.
Aumentare la temperature della vasca per la riproduzione a 27° aumenta la possibilità dell’accoppiamento.

I migliori riproduttori hanno tra i 6 e i 12 mesi d’età.

Somministrare più volte a settimana cibo vivo aumenta le possibilità di successo della riproduzione.
Sarebbe bene allestire una vasca poco profonda e con fondo fine e scuro per la riproduzione. Ciò facilita il recupero delle uova che sfuggono ai genitori.

Ottima cosa sarebbe della riccia fluitans galleggiante per favorire la formazione del nido di bolle e la protezione degli avannotti.
Separare con una paretina mobile di rete la femmina dal maschio mentre quest’ultimo prepara il nido di bolle lo facilita nell’operazione.
Un divisorio da mettere in vasca può rivelarsi utile anche qualora il maschio si mostrasse troppo aggressivo durante l’accoppiamento.
La femmina sarebbe da togliere dopo la deposizione, non collabora nella vigilanza al nido di bolle e potrebbe distrarre o infastidire il maschio.

Di solito il Betta non mangia le sue uova, ma può capitare. Per questo motivo è opportuno levare il maschio dalla vasca di riproduzione non sarà un problema, le uova e i piccoli se la caveranno benissimo anche da soli.
Piccole dosi di Blu di Metilene possono aiutare a non far marcire o ammuffire le uova.
Il maschio andrebbe comunque tolto dalla vasca di riproduzione un paio di giorni dopo la schiusa. Contestualmente sarà possibile abbassare gradualmente di un grado o due la temperatura della vasca di riproduzione.

Dopo la schiusa

I piccoli avannotti vanno alimentati tre volte al giorno prima con infusori e poi, dopo quattro giorni con piccole larve o naupli di artemie.
Fare attenzione a mettere poco cibo per non inquinare l’acqua, a tal fine potrebbe esser utile fare piccoli cambi quotidiani.

Dopo una settimana dalla schiusa sarà bene aumentare il livello dell’acqua in vasca di quarantena, sempre facendo attenzione sia alla temperatura dell’acqua stessa che a quella dell’aria sopra la superficie, per via della delicatezza del labirinto dei piccoli. Durante il primo mese il labirinto è ancora in formazione, quindi la temperatura dell’aria sopra la vasca dev’essere curata con moltissima attenzione, un colpo di freddo può far strage di avannotti. Alcuni allevatori isolano addirittura la vasca con del cellophane lasciando solo minimi spiragli per l’areazione.

Solo dopo tre settimane sarà possibile ridurre i pasti a due al giorno.
Se i piccoli superano il primo mese di vita di solito la riproduzione si può dire coronata dal successo.
Arrivati a tre mesi d’età circa sarà possibile sessare gli esemplari. Sarà obbligatorio dividere i maschi prima che scattino le dinamiche di aggressività intraspecie con esiti facilmente immaginabili.

Piccola digressione: gli allevamenti orientali

Allevamento asiatico
Allevamento asiatico
Allevamento asiatico

Permettetemi infine una piccola digressione sulle condizioni degli allevamenti esistenti in oriente e su come questi pesci viaggiano fino a noi.
Come abbiamo visto sopra, allevare e perfino selezionare i Betta splendens non richiede grandi attrezzature, conoscenze scientifiche di genetica o particolari accorgimenti. Proprio per questo, in paesi poveri come quelli di origine del Betta, vista la grande richiesta di questi pesci, in molti si sono cimentati nell’allevamento “industriale” di questi pesci destinati all’esportazione.

Betta appena arrivati in negozio in bustine spaventosamente piccole per isolarli l'uno dall'altro durante il viaggio.
Betta appena arrivati in negozio in bustine spaventosamente piccole per isolarli l’uno dall’altro durante il viaggio.

Là allevare i Betta è ancora più facile che da noi. Infatti non serve quasi nessuna attrezzatura, acqua di osmosi o termoriscaldatori, e nemmeno di filtri perché vengono sfruttati piccoli corsi d’acqua deviati per attraversare le vasche degli allevamenti. Vasche… l’immagine parla da sé.

Vasche d'allevamento per Betta a Singapore
Vasche d’allevamento per Betta a Singapore

Spero infine che visionare questo video, preso tra i molti disponibili in rete sulle farm orientali che allevano Betta, invogli a dare ai nostri pesci la sistemazione migliore possibile, senza accontentarsi di contenitori tropo piccoli.