barile di Liebig
Acquariologia

La legge del minimo di Liebig.

Legge del minimo di Liebig affonda le proprie radici (giusto per rimanere in tema) in campo agricolo, in particolare alla coltivazione delle piante ed è quindi applicabile anche all’acquariofilia. Esso afferma che la crescita della vegetazione è regolata dalla disponibilità dell’elemento più scarso, anzichè da quello più abbondante. In pratica è assolutamente inutile aumentare i fattori di crescita già disponibili, se non si aumenta quello che invece risulta più carente. Per capire meglio questo concetto, utilizziamo esattamente lo stesso esempio che Liebig utilizzò per spiegarlo: il barile di Liebig.

Il barile di Liebig. la legge del minimo di Liebig.
Il barile di Liebig

Immaginiamo di voler riempire il barile dell’immagine con un liquido. Esso si riempirà fino a che il livello non raggiungerà la doga più corta. Inutile continuare a versare altra acqua fintanto che non prolungheremo la doga, non vi pare?

Qualche esempio per capire meglio

Ci troviamo di fronte ad un delizioso piatto di maccheroni al sugo. Se ben condito in poco tempo spazzoleremo sicuramente il piatto senza lasciare tracce. Ipotizziamo ora di togliere ad esempio il sugo (CO2), il sale (ferro) o il formaggio (potassio). Per sforzarci di mangiare sarebbe abbastanza inutile aggiungere altra pasta se manca il sugo o il formaggio, non vi pare?

Il risultato sarebbe quello di fare solo più fatica a mangiare; probabilmente avanzeremo qualche maccherone che finirà in pasto al cane (alghe) e noi a lungo andare, mangiando poco, patiremo la fame.

Che cosa succede se fertilizzo le mie piante con una buona quantità di fertilizzanti ma senza disporre di anidride carbonica in quantità adeguate in vasca?

Che cosa succede se ho luce scarsa ma misurando tutti gli elementi in vasca mi rendo conto di avere tutte le carte in regola per aspettarmi che le piante crescano rigogliose?

Ecco che la legge del minimo di Liebig ci spiega esattamente questa dinamica

Ignorare la legge del minimo di Liebig: le conseguenze.

Dimenticarsi di questo principio può divenire pericoloso. Sappiamo infatti che le piante assorbono il nitrato per crescere, sostanza prodotta dal ciclo dell’azoto e che nelle nostre vasche è sempre in accumulo. Che cosa succederebbe se ci dimenticassimo di fornire loro la giusta quantità degli altri elementi nutritivi per crescere? Il principio risponde. La pianta crescerebbe, ma troppo lentamente, il nitrato si concentrerebbe al punto tale da causare problemi di salute ai nostri pesci o a costringerci a cambi d’acqua molto frequenti e massicci. Che cosa succederebbe se abbondassi col ferro per esaltare le piante rosse, ma le piante non avessero a disposizione per esempio il potassio? Il principio risponde. La pianta assimilerebbe solo una piccola quantità di quel ferro. Il rimanente andrà a favorire la tanto temuta (nella maggior parte dei casi) invasione algale.

Questi sono solo due esempi di quello che potrebbe succedere nei nostri acquari, dimenticandoci di questo semplice principio. Appare facile comprendere come sia necessario raggiungere un equilibrio senza avere mai nemmeno un valore a 0.

Quante volte per esempio si legge di acquariofili disperati perchè hanno la vasca piena di alghe, nonostante gli No3 a 0? Il problema invece sta proprio lì, nella mancanza di uno degli elementi indispensabili. La legge del minimo di Liebig ci insegna che è meglio poco di tutto piuttosto che l’assenza di qualcosa.

E’ un errore tipico di chi comincia con l’acquariofilia, ma con un po’ di accortezza vi si può porre rimedio: basta controllare i valori in vasca ed intervenire con un protocollo di fertilizzazione adeguato, meglio se a componenti separati. Con i fertilizzanti monocomponente è più facile infatti che una pianta rapida, per esempio, vada ad esaurire velocemente un elemento piuttosto che un altro andando a inibire poi il consumo degli altri elementi rendendoli disponibili alle alghe.

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