Gyrinocheilus aymonieri
Pesci acquario dolce

Il Gyrinocheilus aymonieri: la mia piccola esperienza.

Chi di noi non si è trovato a combattere con le alghe in acquario, magari le filamentose, e non si è visto consigliare dal negoziante un bel pesce mangiaalghe? Magari un Pleco, un Ancistrus, un Otocinclus, un Gyrinocheilus aymoneri?

Magari abbiamo saputo evitare di farci rifilare un Ancystrus o un Pleco, visto che in negozio fanno quasi sempre bella mostra di sé degli splendidi esemplari adulti di notevoli dimensioni ed allora è stato facile pensare che non ci stavano nella nostra vasca.

Ma come resistere alla proposta di portarci a casa uno o due bei pesciolini dorati e guizzanti, lunghi pochi centimetri, con l’assicurazione che tanto in acquario crescono poco? Salvo poi, arrivati a casa, andare su internet e scoprire che un Gyrinocheilus aymonieri può arrivare in natura a sfiorare i 30 cm e che non è per nulla socievole…

E’ quello che è successo a me, a suo tempo, da buon neofita, che nella mia vasca da 125 lt lordi arrivai ad ospitare ben due Gyrinocheilus aymonieri .

Uno dei miei Gyrinocheilus aymonieri
Una delle poche foto a fuoco dei miei Gyrinocheilus aymonieri, era difficile vederli fermi.

Conosciamo il Gyrinocheilus aymonieri

Vediamo dunque di conoscere questo simpatico pinnuto, che secondo me è colpito da numerosi pregiudizi.

Tanto per cominciare è spesso definito “mangiaalghe cinese”. Di cinese non ha assolutamente nulla, visto che la sua origine è della zona dell’indocina in particolare dal bacino del Mekong e dintorni e quindi sarebbe meglio definirlo, se non col suo nome, un po’ impronunciabile, “mangiaalghe asiatico”.

Va inoltre tenuto presente che anche se normalmente si nutre di alghe, questo non vuol assolutamente dire che riesce a nutrirsi esclusivamente di quelle. Come tutti i pesci da fondo il Gyrinocheilus aymonieri va nutrito, o con le apposite pastiglie oppure con della verdura sbollentata. I miei due per esempio adoravano gli spinaci e l’insalata, cotti per pochi secondi al microonde con un goccio d’acqua e mandati a fondo grazie ad un cannolicchio.

Con la loro bocca a ventosa riescono a sfibrare letteralmente la foglia, rendendola ancor più appetibile anche alle caridine. E’ comunque un pesce onnivoro e non disdegna i chironomus o le carcasse di inquilini morti:. Da me, per esempio, non hanno disdegnato di collaborare con le caridine allo spolpamento di una neritina defunta.

La mia piccola esperienza

I miei due Gyrinocheilus aymonieri vivevano tranquilli in un acquario di comunità. Fin quando non avevano ancora aggiunto l’età adulta, non hanno manifestato il loro spiccato senso della territorialità e quindi non era difficile vederli riposare fianco a fianco coi miei Corydoras (anche i piccoli che hanno un paio di mesi) né vederli pasteggiare con una pasticca di spirulina assieme alle voraci Caridina Japonica…

L’unico loro comportamento che talvolta infastidiva gli altri pesci della mia vasca è la tendenza a partire in scatti improvvisi per attraversare l’acquario con spettacolari evoluzioni tra la vegetazione. Non son mai riuscito a capire se scattano per giocare (talvolta si inseguono tra di loro, ma non necessariamente), oppure perché infastiditi da qualche rumore. Magari perché cominciava a manifestarsi una certa territorialità intraspecie.

Fatto sta che ogni tanto lo facevano e questo inizialmente intimidiva soprattutto le caridine, che fuggivano a nascondersi sotto il Christmas moss quando si vedevano sfiorare dai due missili. Via via che crescevano questi inseguimenti si son fatti sempre più frequenti, creando sempre più scompiglio in vasca. Alla fine, con molta fatica, ho dovuto provvedere catturandoli con una nassa da acquario e riportandoli in negozio. Erano solo subadulti, ma la situazione in vasca grazie a loro stava facendosi complessa.

Allevare correttamente i Gyrinocheilus aymonieri

Sui Gyrinocheilus aymonieri in rete è facile trovare informazioni contrastanti, c’è chi lo definisce pesce da banco e chi invece gli attribuisce una natura scontrosa e solitaria. Penso che molte di queste opinioni discordanti siano dovute alla loro osservazione in vasche non adeguate alla specie.

Per consentire loro una vita simile a quella che hanno in natura sarebbe infatti necessaria una vasca non solo ben piantumata e ricca di nascondigli, ma con almeno 150 cm di lato. Infatti, anche se in cattività probabilmente non raggiungerà mai i 25-30 cm di lunghezza, diverrà comunque un bel pesciotto e, vista la sua capacità natatoria avrà bisogno di lunghi spazi per le sue corse. In vasche più piccole si adeguerà a sopravvivere, e la sua crescita risulterà bloccata, ma questo non sarà certo un bene.

Su molti siti web ho trovato scritto che sarebbe un pesce prevalentemente notturno, che passa il giorno nascosto in qualche anfratto. In realtà i miei, a parte le prime due settimane di inserimento in vasca, in cui sono arrivato a dubitare che fossero ancora presenti, erano attivissimi anche di giorno.

La mia vasca di allora, allestita da buon neofita.

Conclusioni

Concludendo, la mia esperienza coi Gyrinocheilus aymonieri è stata almeno inizialmente positiva. Anche se sono arrivati da me quasi per sbaglio, nei primi mesi hanno svolto un lavoro instancabile e prezioso. Hanno ripulito dalle diatomee anche le foglioline più piccole con una precisione e una rapidità impressionanti. Se poi avessero avuto un appetito più robusto verso le filamentose sarebbero stati degli ospiti perfetti…

Confesso che decidere di separarmene fu difficile, sebbene necessario, per almeno due motivi. Il primo fu che mi ci ero affezionato. In fondo quei due birboni (i giratocheilus come li chiamavano i miei due bimbi) rallegravano la vasca e mi hanno fatto un lavoro davvero esemplare, anche se credo che la loro voracità abbia in qualche modo influito sulla durata della vita delle mie neritine che sono rimaste un po’ troppo a bocca asciutta.

Tutto sommato, la mia non fu un’esperienza negativa, ma sconsiglio vivamente questi pesci a chi non abbia una vasca adeguata per ospitarne un piccolo banco. Tanto più che ci sono mangiaalghe più piccoli e pacifici. Ricordiamoci poi che le alghe si controllano con una corretta gestione della vasca e non inserendo “caprette” in acquario.

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Scheda riassuntiva della specie.

Famiglia: Ciprinidi
Provenienza: sud-est asiatico
Ph: 6-8
KH-GH: tollerante verso tutti i valori
Temperatura: 22-26
Dimensioni consigliate vasca: 150x45x45
Lunghezza massima raggiungibile in acquario: 25 cm
Dimorfismo sessuale: non evidente
Riproduzione: Non si riscontrano riproduzioni in acquario
Livelli di nuoto: Basso
Difficoltà di allevamento: Facile
Alimentari: Preferibilmente alghivoro, ma onnivoro

Attribuzione immagini

Immagine in evidenza: Garthhh, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

Altre immagini: Ghzzardi Stefano